04 – 10 Aprile 2022
Galleria Vertecchi
via Pietro da Cortona, 18 – Roma
Chiavi di violino “Chitarre, violini e violoncelli sono chiamati strumenti a corda.
Ma la corda è solo un cavo teso tra ponticello e bischeri, invece il legno è vivo e la musica vibra circolando nei vasi dove scorreva linfa”.
Nella sua voluta imprecisione questa frase di Erri De Luca è precisissima: la musica nasce con il legno, prima del pentagramma. E la sua rappresentazione ha bisogno del legno e dei suoi derivati.
Il percorso che mi ha portato agli strumenti ad arco e’ passato prima dalle cattedrali. Ed anche da altri strumenti, come le chitarre: queste ultime erano un combinato di legno e di ferro perché il loro suono è dato dalla segnatura orizzontale in metallo che garantisce e fissa il limitare della nota voluta.
Poi per tre anni solo violini, viole e violoncelli. Perché?
Per via di una catasta di legna vecchia e antica della Val di Fiemme accatastata nella casa che abito in Val di Fassa.
Ogni strumento evocato è infatti ottenuto dal materiale classico della liuteria, in particolare l’abete rosso della Val di Fiemme, lo stesso utilizzato dallo Stradivari e dal Guarnieri perché il suono di un violino è dato anche dalla natura del legno.
Strada facendo si è aggiunto altro: proporzionalità, sezione aurea e distanze perché lo strumento a corde ha saccheggiato a mani basse la forma artistica e l’arte vi ha aggiunto l’ambivalenza del significato dello strumento : ora povero, ora ricco, ora angelico ora diabolico: imbracciato da l’Arcangelo Gabriele ma anche da Mefistofile.
E la sua multivalenza si spinge a evocare l’Eros femminile. Disegnando e tagliando, alcuni pezzi di legno finiscono direttamente nella stufa a riscaldare ambienti. Ma un pezzo di legno può finire in “forma” e dettare un significato percettibile a chi osserva ed è per questo significato che taglio, levigo, compongo, accosto e disgiungo forme di archi accentuando la mia simpatia per l’asimmetria e il reale che assume forma di irreale.
Cosa hanno in comune violini , viole e violoncelli? Solo il legno e la possibilità di renderlo evocante: se l’evocazione va a bersaglio e restituisce una idea intrigante, allora l’evocazione ha raggiunto lo scopo. L’evocazione è un atto di pura restituzione del bello ed il bello è un atto di giustizia: abbiamo tutti diritto di trovare bellezza ovunque e goderne quantunque.
Strada facendo si è aggiunto altro: proporzionalità, sezione aurea e distanze perché lo strumento a corde ha saccheggiato a mani basse la forma artistica e l’arte vi ha aggiunto l’ambivalenza del significato dello strumento : ora povero, ora ricco, ora angelico ora diabolico: imbracciato da l’Arcangelo Gabriele ma anche da Mefistofile.
E la sua multivalenza si spinge a evocare l’Eros femminile. Disegnando e tagliando, alcuni pezzi di legno finiscono direttamente nella stufa a riscaldare ambienti. Ma un pezzo di legno può finire in “forma” e dettare un significato percettibile a chi osserva ed è per questo significato che taglio, levigo, compongo, accosto e disgiungo forme di archi accentuando la mia simpatia per l’asimmetria e il reale che assume forma di irreale. C
osa hanno in comune violini , viole e violoncelli? Solo il legno e la possibilità di renderlo evocante: se l’evocazione va a bersaglio e restituisce una idea intrigante, allora l’evocazione ha raggiunto lo scopo. L’evocazione è un atto di pura restituzione del bello ed il bello è un atto di giustizia: abbiamo tutti diritto di trovare bellezza ovunque e goderne quantunque.